ParvapoliS
Non si arresta la protesta di piazza in Cile, a Santiago e in altre città.
Oltre un milione di persone manifestano nella Marcha más grande de Cile", la più grande mobilitazione popolare nella storia del Paese
Mi arriva nella notte un messaggio vocale da un caro amico di Firenze.
Mi stupisco non poco dell'orario e ascolto il vocale con attenzione.
A parlare con voce concitata è una donna.
Dice di essere un italiana e di vivere da così tanti anni in Cile da sentirsi ormai vicina e solidale col popolo cileno che l'ha accolta.
Racconta cose che mai avremmo sentito: di stupri, torture, massacri, attacchi violenti alla folla che sta assemblando da giorni le vie e le piazze di Santiago del Cile, opponendosi con atteggiamento pacifico ad un feroce regime militare.
Indecisa sul da farsi, decido che non posso restare a guardare, a sapere senza far nulla, senza dar seguito alla richiesta di aiuto di questa connazionale.
Così stamattina ho deciso di fare l'unica cosa che posso in questo momento, cioé scrivere quello di cui sono venuta a conoscenza grazie al mio amico e di informarvi su quanto sta accadendo laggiù ai nostri fratelli cileni.
Ogni popolo che perde la liberà e i diritti in maniera iniqua ha bisogno di tutto il nostro aiuto.
Per questo decido di usare la testata per la quale mi onoro di collaborare da anni e di scrivere questo artivcolo di denuncia, sperando di sensibilizzare i nsotri non pochi lettori.
Per una volta, in via del tutto eccezinale data la drammaticità della situazione, Parvapolis va a travalicare i limiti dell'informazione locale, andandosi ad occupare di una caso di politica internazionale, apparentemente lontano da casa nostra eppur così vicino visto che la democrazia può essere messa a rischio in qualsiasi momento in qualsiasi parte del mondo, anche da noi che per ora viviamo pacificamente in uno Stato democratico.
Queste le parole fedelmente trascritte pronunciate con tono mesto e angosciato dalla donna italiana che da anni vive in Cile trasmesse dal suo messaggio audio.
"Voglio farvi conoscere la verità della situazione reale in Cile, quella che i media ufficiali non comunicano. I militari hanno sparato a civili in maniera illegale. Stanno torturando diverse persone in centri di tortura che hanno adibito provvisoriamente nelle stazioni metropolitane che sono state attaccate e incendiate. Sono scomparse mote persone, sono state violentate delle donne senza controllo. Qua la situazione è molto grave, molto critica specialmente nelle grosse città: i supermercati chiusi, militari da tutte le parti, Tutto è partito sabato scorso ed è stata una cosa totalmente programmata dal governo, dall'élite del nuovo ordine mondiale per mettere in ginocchio questo Paese. È vero che ci sono stati molti abusi. Il popolo cileno è tutto unito e si sta ribellando ai tanti soprusi e abusi che ha ricevuto con tasse alte, pensioni tolte, stipendi abbassati e tanti altri problemi. Il popolo cileno si è alzato e si è ribellato manifestando pacificamente. Tutti i disordini di vandalismo e terrorismo sono stati fatti da persone professioniste, organizzate dal governo e da chi ci sta dietro. C'è un programma molto forte su una nazione come il Cile che ha enormi risorse naturali, enormi potenzialità in pieno sviluppo per mettere in ginocchio il popolo. Ma il popolo non ferma! Io sono italiana ma credetemi in questo momento è come se mi sentissi anche cilena. Tanto onore a questo popolo che si sta risvegliando, alzando la testa a costo di rimanere senza cibo, senza acqua, senza niente per riacquistare la propria libertà di parola, la libertà di poter vivere in un modo dignitoso e recuperare la propria dignità.Questo audio lo faccio perché i mezzi di comunicazione non lo stanno dicendo. Stanno continuando a sparare addosso ai civili, stanno continuando a torturare persone, a violentare donne. Vi chiedo con tutto il cuore di poter comunicare la verità o con whatsapp o coi mezzi di comunicazione che avete. Con tutto il cuore ve lo chiedo. Grazie, vi abbraccio e a presto".
La donna in maniera accorata si raccomandava di dare una mano concreta a tutto il popolo cileno diffondendo a più contatti possibile il suo audio per far conoscere al mondo intero il loro dramma di questi giorni, sensibilizzando i media e l'opinione pubblica mondiale visto il silenzio assordante che avvolge l'intera vicenda sin dal suo inizio.
Per questo motivo, non potendo restare insensibili a questo grido di dolore, abbiamo deciso di dar seguito alla richiesta d'aiuto della donna e di parlare della complicata e drammatica situazione che il popolo cileno sta vivendo in queste ore già da qualche giorno, uscendo per una volta dai confini del giornalismo locale.
Per avere ben chiaro il quadro della situazione, è bene sapere che le proteste pacifiche di piazza in Cile erano cominciate da parte degli studenti all'inizio di ottobre a seguito di uno sciagurato provvedimento governativo che andava ad aumentare il costo del biglietto della metropolitana. L'annuncio da parte del Ministro dell'economia Juan Andrés Fontaine era stato abbastanza provocatorio:" Se volete risparmiare alzatevi all'alba e prendete la metro prima, fuori dall'ora di punta, a una tariffa più bassa", proponendo di andare al lavoro due ore prima e di tornare due ore dopo per pagare di meno il biglietto.
I toni utilizzati dal Ministro non hanno fatto altro che fomentare il livello dello scontro già in atto e delle manifestazioni di protesta, alle quali il governo cileno ha deciso di reagire con veemenza, dichiarando dapprima lo stato d'emergenza, col coprifuoco.
All'improvviso il Cile è sprofondato di nuovo nell'incubo che lo sconvolse ai tempi di Pinochet.
A queste azioni così violente da parte del governo, non si è fatta attendere una risposta decisa e massiccia da parte della popolazione che, per manifestare contro il coprifuoco imposto e alla violazione palese dei diritti umani perpretate dall'esercito e dai carabineros, ha deciso di riversarsi nelle strade delle piazze e delle strade di Santiago e delle altre città cilene con una forza e un'unione mai viste prima.
È proprio vero, come cantava Sergio Ortega Alvarado in una canzone del gruppo cileno dei Quilapayun che "Il popolo unito non sarò mai vinto! In marcia a piedi verso il trionfo già avanzano le bandiere dell'unità...A piedi, combattere perché il popolo trionfi, la vita che verrà sarà migliore per conquistare la nostra felicità e nel clamore di mille voci di combattimento si solleveranno, diranno, Canzoni di libertà, con fermezza la patria vincerà. E ora il popolo che si solleva nella lotta con voce da gigante al grido di: Avanti! Il popolo unito non sarà mai vinto!".
Sebastiàn Piñera ha risposto su Twitter il 26 ottobre con una frase dai toni conciliatori: "La marcia massiccia, gioiosa e pacifica di oggi, in cui i cileni chiedono un Cile più giusto e solidale, apre grandi strade per il futuro e la speranza. Tutti abbiamo ascoltato il messaggio. Siamo tutti cambiati. Con unità e aiuto da parte di Dio, percorreremo il cammino verso quello il Cile è migliore per tutti".
Mentre sua moglie, la prémiere dame Cecilia in un audio privato inviato ad un'amica si lamentava che "questi sono come degli alieni, dobbiamo prepararci a rinunciare ai nostri privilegi", gli animi della popolazione cilena si surriscaldavano e la crisi politica mostrava al mondo il suo vero volto, con l'atto finale di un conflitto che andava maturando da anni tra l'élite ricca del paese e la stragrande maggioranza della popolazione cilena.
La manifestazione di ieri, a cui ha partecipato oltre un milione di persone, è stata tra le più pacifiche di queste ultime settimane. Moltissimi giovani hanno portato con loro pistole giocattolo e scritte sarcastiche, vestiti da alieni per sbeffeggiare le parole di Cecilia alla sua amica, annunciando una sorta di Guerra dei mondi tra terrestri e alieni.
"Cecilia siamo con te", recitava un grande striscione.
Centinaia di persone sono rimaste in piazza fino a tarda notte approfittando anche dello slittamento di un'ora dell'inizio del coprifuoco, attivo dalle 23, deciso dal Ministero della difesa per cercare di tornare pian piano alla normalità.
Normalità che sembra ben lungi dall'essere raggiunta visto che dopo le 20 la piazza è stata presa d'assedio dalle componenti più violente del movimento, con scontri, incendi e saccheggi.
Ad ora si contano più di 20 morti mentre sui social scorrono le immagini di inaudita violenza dell'esercito sui manifestanti.
Pensiamo che il mondo non possa restare inerte, nel silenzio assordante della maggior parte dei media.
Ecco perché abbiamo deciso di informarvi del contenuto drammatico dell'audio registrato dalla donna italiana che vive in Cile, il suo grido disperato di aiuto che io stanotte ho per caso ascoltato, grazie alla sensibilità dimostrata dal mio amico fiorentino, che si è voluto mettere a disposizione della causa cilena diffondendo il suo file audio registrato e condiviso di nascosto.
Speriamo che la Comunità internazionale si muova e intervenga in questo momento così drammatico per la storia cilena, che ha conosciuto in passato l'orrore della dittatura militare con Pinochet, che dopo il colpo di Stato del 1973 diede vita ad una tirannia che piegò il Paese fino al 1990 macchiandosi di terribili crimini contro l'umanità.
Ora sembra che l'incubo del passato incomba di nuovo sul popolo cileno e il mondo, stavolta, non può restare a guardare in silenzio, senza fare e dire nulla.
Ne vale la libertà e la dignità di milioni di persone, "colpevoli" solamente di non voler accettare soprusi e limitazioni alle libertà personali e ai diritti fondamentali di cittadini e di uomini.