Economia

Fiaip chiede misure fiscali per edilizia e compravendite

Immobiliare, serve un rimedio-choc

06/12/2013

«Il Paese ha bisogno di una cura choc per il mercato immobiliare». Non usa mezzi termini Paolo Righi, presidente nazionale Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali. «Lanciamo un deciso segnale al Governo perché diminuisca la pressione fiscale sugli immobili e metta al centro della politica il rilancio del settore. Se davvero si vuole agganciare la ripresa - prosegue Righi - questa è l'unica cosa che un esecutivo di unità nazionale può e deve fare. Sappiamo bene come il segmento immobiliare sia anticiclico e, del resto, noi lo sosteniamo da sempre: se riparte l'immobiliare, riparte il Paese!». Categoriche le affermazioni del Presidente nazionale cui fa eco deciso il Presidente provinciale Fiaip Latina, Santino Nardi: «Arrivati a questo punto la speranza è che il Governo abbia la forza per liberare risorse in favore del comparto. È già stato fatto qualcosa con gli incentivi ai giovani, l'accesso al credito e la cancellazione della seconda rata dell'Imu, ma FIAIP chiede adesso maggior certezza sul prelievo fiscale sugli immobili». 

«Non c'è alcun segnale chiaro da parte del Parlamento e del Governo - riprende Righi - e manca una visione complessiva; non c'è più alcuna certezza per chi compra o vuole affittare un immobile e sono sempre di più i proprietari che non riescono a sostenere le imposte sulla casa: anziani, famiglie e single che non appartengono certo alle classi più agiate.»
Il rischio per i dubbi sulla gravosità della tassazione è ovviamente il blocco del settore. «È difficile fare previsioni per il 2014 - spiega Nardi - anche se le condizioni per una iniziale ripresa ci sarebbero: le banche hanno allargato un po' i cordoni del credito anche grazie ai tre miliardi messi a disposizione dalla Cassa Depositi e Prestiti per garantire i mutui dei giovani.» Ma il vero problema, ribadisce Nardi è l'incertezza sulla pressione fiscale. «Ormai i proprietari di immobili che decidono di destinare le loro case al mercato degli affitti, pagano tasse sino al 17 ottobre, e solo da allora cominciano a guadagnare. Facile capire che, in caso magari di insolvenza del conduttore, sia molto probabile se non certo il rischio di remissione. È chiaro che in queste condizioni non si può andare avanti ed è altrettanto chiaro perché siano in aumento vertiginoso le aste giudiziarie riguardanti gli immobili.» Se infatti nel 2009 nella nostra provincia erano state solo 300 il numero di case messe all'asta, nel 2012 risultavano oltre le 2.500 unità ed anche per l'anno che sta volgendo al termine se ne stima l'aumento di un ulteriore 40%. Un boom delle aste dovuto alla sola crisi? «Soprattutto - puntualizza Nardi -, ma anche frutto del vecchio sistema creditizio. Persone che avevano contratto mutui per il 100 - 120% del valore dell'immobile, accollandosi debiti che si son resi conto non essere in grado di onorare. Che magari hanno provato a porre in vendita la casa, ma per le quali il calo dei prezzi non ha reso possibile neanche la copertura del mutuo residuo.»
Insomma, la necessità di modificare la manovra nella direzione di un abbassamento significativo delle tasse, a partire da quelle sulle abitazioni, più che un auspicio appare una necessità: «La nostra Federazione dice no alla tassazione sulla prima casa - conclude Nardi - e richiede una riscrittura complessiva della riforma sull'imposizione immobiliare. Ogni giorno purtroppo assistiamo in Parlamento ad una inutile spettacolarizzazione mediatica sull'argomento, come è capitato per l'abolizione della seconda rata dell'Imu e come dimostra il caos continuo sulla Service Tax, qualunque nome assuma».

Redazione ParvapoliS


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