Eventi & Cultura

Ridiamo voce all'organo

A Santa Maria della Pietà uno degli strumenti più prestigiosi della provincia

21/02/2011

Non tutti sanno che a Cori, nella chiesa di Santa Maria della Pietà, è custodito uno degli strumenti più prestigiosi e ricchi di contenuto storico della provincia di Latina. La cassa del prezioso organo a canne, ormai muto da quasi 50 anni, è parte del materiale delle canne che risalgono al 1630, quando fu costruito da Ennio Bonifazi, e a partire dal 1870 la rinomata ditta organaria romana Priori lavorò al ripristino dello strumento, probabilmente ampliandone la fonica. Già più volte rimaneggiato nei secoli precedenti, attualmente l’organo risulta con una disposizione fonica che lo caratterizza come un grande strumento di ben 18 registri a tastiera unica spezzata e pedaliera di un’ottava con tiratutti. Particolarmente interessante è la tavola dove sono disposti i registri dell’organo (principali, violeggianti, flauti e ance), sulla quale si nota appena il nome dei registri scritti a china direttamente sul legno del 1630 poi ricoperti dall’attuale nomenclatura tardo ‘800esca. Il grande organo Priori, strumento tipico di scuola italiana, versa purtroppo in pessime condizioni ed ha bisogno di un grande lavoro di restauro per il quale occorrono dai 12 ai 18 mesi di lavoro, per depurarlo da tutte le influenze precedenti ed antecedenti il XIX secolo. Lo strumento, rarissimo per il suo valore storico, nonché per la testimonianza di una passata tradizione liturgica, è da considerarsi come una delle maggiori opere storiche presenti a Cori e pertanto la faticosa opera di restauro richiederà un ingente apporto economico, circa 100.000,00 €. A tal proposito l’Amministrazione comunale ha già stanziato 10.000,00 € ed un ulteriore contributo dovrebbe giungere dalla Provincia di Latina. Ma non basta, occorre la collaborazione dell’intera collettività per riportare in auge questo organo a canne che è patrimonio culturale e storico di tutta la comunità, ma anche e soprattutto religioso di una città, Cori, che nel corso dei secoli ha elevato a Dio la sua lode proprio attraverso questo strumento, in un modo davvero poderoso, unico e solenne che merita di poter continuare nei secoli a venire. Soltanto vedendo il numero dei registri e conosciuta la rinomata ditta storica Priori che ripristinò lo strumento, ci si può immaginare l’imponenza del suono che tale organo dovrebbe avere. Non solo restauro e conservazione, ma anche recupero di una tradizione musicale, dato che il grande organo a trasmissione meccanica di scuola italiana, è particolarmente adatto per esecuzioni di repertori del ‘600 e ‘800, oltre che all’accompagnamento liturgico.

Sara Fedeli

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