Cronaca

Villa Lepido, altra vittoria al Tar

Respinto il ricorso con cui i proprietari dell’area chiedevano l’annullamento della delibera

26/10/2010

Un’altra vittoria del Comune al Tar per la causa sulla realizzazione di un parco archeologico nella villa di Marco Emilio Lepido. Con sentenza n. 32801, pubblicata nei giorni scorsi, il Tribunale amministrativo, sezione di Roma, ha respinto nel merito il ricorso con cui i proprietari dell’area chiedevano l’annullamento della delibera di avvio del procedimento di creazione del parco pubblico tra i resti dell’antica dimora, nota anche come Villa dei Quattro Venti. La decisione segue la sentenza n.32430 pubblicata a settembre sempre dal Tar di Roma. In quel caso era stato dichiarato inammissibile il ricorso in cui si chiedevano l’annullamento dei provvedimenti relativi all’approvazione della variante al Piano regolatore generale, adottata al fine di realizzare l’opera pubblica. Doppia e importante vittoria, dunque, per il Comune difeso dall’avvocato Corrado De Angelis e costituitosi in giudizio insieme al Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici e Regione Lazio. Alla luce di queste pronunce favorevoli, in questi giorni l’Ente ha provveduto a notificare ai proprietari i decreti di esproprio dei terreni. In quest’ultima sentenza, il Tar sottolinea che “la procedura seguita dall’Amministrazione statale è rispondente alla normativa vigente in materia”. Inoltre, l’interesse pubblico generale giustifica “la scelta dell’Amministrazione per una gestione pubblica del bene, riconducibile nell’ambito della propria discrezionalità tecnica e scevra da profili di irragionevolezza, contraddittorietà o manifesta ingiustizia sindacabili in questa sede, in relazione alla duplice esigenza di procedere a delicati ed impegnativi interventi di tutela e valorizzazione archeologica e contestualmente di consentire il più ampio accesso del sito alla pubblica fruizione di tutti i cittadini interessati”.
Ancora, il Tar giudica legittima la mancata considerazione, da parte del Comune, della possibilità che l’area in cui sono presenti i resti archeologici possa essere gestita dagli stessi ricorrenti. “La scelta dell’Amministrazione – chiarisce la sentenza - risulta strettamente connessa al proprio discrezionale apprezzamento delle migliori modalità per il perseguimento del descritto duplice interesse pubblico, senza violare il principio di proporzionalità e la garanzia del diritto di proprietà (art.42. Cost.) e senza palesare profili di grave ingiustizia o di manifesta irragionevolezza, restando ogni ulteriore apprezzamento al riguardo precluso a questo Giudice”.
Il progetto definitivo dell’opera ha già ricevuto il voto favorevole del Consiglio comunale e il Ministero per i Beni e le Attività culturali ha dichiarato di pubblica utilità l’acquisizione della villa. Parere favorevole è stato dato anche dalla Conferenza dei Servizi, mentre la Regione Lazio ha proceduto, alla fine del 2009, all’approvazione della variante, e il Comune ha affidato i lavori di diserbo, messa in sicurezza e rifacimento della recinzione. Il piano di riqualificazione prevede il recupero, il restauro e la valorizzazione dei beni storici archeologici presenti, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio. Tutto il sito, che si estende per un’area di circa 8mila metri quadrati, verrà attrezzato per la visita al pubblico con apposite attrezzature e cartellonistica.

Roberta Colazingari

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