Cronaca
Mire speculative dietro via del Faro
La denuncia di Rifondazione. Legambiente: «La Procura faccia chiarezza»
13/10/2010
Quanto recentemente denunciato a mezzo stampa da Rifondazione Comunista circa le gravi irregolarità che segnano lintero iter procedurale per la realizzazione della strada di collegamento tra via Gino Rossi e via del Faro a San Felice Circeo, dimostrano lurgenza di indagini approfondite da parte della Procura della Repubblica e le mire speculative, come denunciamo da tempo, che si nascondono dietro il progetto. Lassenza della variante al Piano Regolatore Generale, come confermato dallo stesso Dipartimento Territorio della Regione Lazio, e la contemporanea organizzazione della relativa gara dappalto, costituisce, a nostro parere, ragione sufficiente per fermare il progetto dellamministrazione comunale, mentre lassenza della relazione botanica sullimpatto della strada in oggetto dimostra lirresponsabile comportamento con le quali le istituzioni interessate hanno da sempre affrontato la questione. In particolare, è anomala la leggerezza dellEnte Parco, il quale nonostante i numerosi richiami e richieste di confronto, ha provveduto a rilasciare il relativo nulla osta esponendo il territorio dellarea protetta, come denunciamo da tempo, allennesima insostenibile speculazione edilizia, giustificata da improbabili ragioni di viabilità.
Lauspicio, preso atto delle gravissime mancanze denunciate, è che tutte le istituzioni interessate, oltre ad un responsabile e sempre più doveroso mea culpa, rigettino il progetto e inizino a confrontarsi con serietà e cognizione, su progetti di sviluppo e mobilità pienamente sostenibili, rigettando speculazioni e relative giustificazioni risibili e ridicole che già gravissimi danni in termini ambientali e di mancato sviluppo hanno recato al territorio di San Felice Circeo e al Parco nazionale del Circeo. Perseverare nel progetto significherebbe non solo praticare gravemente lillegalità ma anche assumersi responsabilità di carattere etico, politico e penale gravissimi. Alla Procura ora il compito di fare chiarezza sulla vicenda.