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Tutti pazzi per dei cocci

Al Museo di Cori più di 80 frammenti di un edificio templare arcaico

04/10/2010

Si svolta stamane, alle ore 10.00, presso la Sala Conferenze del Museo della Città e del Territorio di Cori, la presentazione della decorazione architettonica del Tempio arcaico di Caprifico di Torrecchia e del volume "Il tempo arcaico di Caprifico di Torrecchia (Cisterna di Latina). I materiali e il contesto” alla presenza delle autorità, i rappresentanti delle diverse istituzioni italiane e straniere interessate, esperti di rilievo internazionale che hanno illustrato i risultati scientifici della ricerca e i suoi importanti risvolti legali. Dal 2005, il Museo della Città e del Territorio di Cori accoglie, nella formula del prestito decennale rinnovabile, oltre 80 frammenti di un importante nucleo di materiali provenienti dall’Ashmolean Museum di Oxford e pertinenti alla decorazione architettonica fittile di un edificio templare arcaico (520 a.C. circa) individuato nel sito di Caprifico di Torrecchia (Cisterna di Latina) ove la ricerca archeologica ha evidenziato l’esistenza di un vasto insediamento fiorito tra IX e V sec. a.C. Nel 2008 altri 137 frammenti dello stesso contesto archeologico sono stati restituiti in via definitiva all’Italia dall’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig di Basilea per iniziativa del Museo di Cori che li ha accolti. Nell’insieme, questi materiali documentano il più completo tetto di una variante del sistema decorativo “Veio-Roma-Velletri” fin ora individuato e, forse, il più maturo e raffinato prodotto di quella prolifica officina che, tra il 530 e il 510 a.C., decorò alcuni tra i più prestigiosi edifici sacri di Roma e dell’Italia centrale. L’importanza archeologica e storica delle terrecotte di Caprifico, la loro intrinseca qualità artistica ed il loro potenziale valore commerciale ne hanno determinato il destino: nel 1970, al furto di alcuni frammenti detenuti da privati della zona si accompagnò lo scavo clandestino del sito del santuario e l’illecita esportazione dei reperti in Svizzera. In considerazione della consistenza dei materiali fino ad ora riconosciuti (circa trecento frammenti identificati con certezza) e di quel poco che si è potuto ricostruire della loro vicenda commerciale e collezionistica, è possibile affermare che lo scavo clandestino e l’illecita esportazione dei materiali architettonici del tempio arcaico di Caprifico di Torrecchia hanno costituito uno dei più rilevanti episodi di sistematico saccheggio archeologico operati nel Lazio meridionale in età contemporanea. Oggi si riconoscono, come provenienti dallo stesso contesto, altri frammenti o nuclei di frammenti conservati al British Museum di Londra, al Metropolitan Museum di New York, al Fogg Art Museum di Cambridge (Massachusetts), all’Akademisches Kunstmuseum di Bonn; ad essi si aggiungono i frammenti di decorazione architettonica segnalati in collezioni private in Svizzera, Francia, Germania e Stati Uniti e ripetutamente comparsi, fino ad anni recentissimi, nei cataloghi delle principali case d’asta in Europa e negli USA. Il Museo di Cori si è impegnato nella valorizzazione del contesto archeologico di Caprifico con il restauro e l’allestimento dei materiali di Oxford e Basilea ed ha promosso il censimento e l’edizione integrale dei materiali architettonici arcaici da Caprifico identificati nelle diverse collezioni europee e statunitensi. Tale impegno è stato possibile grazie alla intensa collaborazione scientifica ed istituzionale attuata con il Ashmolean Museum di Oxford e l’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig; esso ha avuto un sostegno determinante nell’azione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e del Reparto Operativo del Comando Carabinieri Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale. Ora, al termine dei lavori di ricerca ed allestimento, il Museo della Città e del Territorio di Cori intende proporre alla comunità scientifica e al più vasto pubblico i risultati raggiunti con la presentazione dei materiali e del volume “Il tempio arcaico di Caprifico di Torrecchia (Cisterna di Latina). I materiali e il contesto”, a cura di Domenico Palombi (Sapienza – Università di Roma; Direttore scientifico del Museo della Città e del Territorio di Cori), con testi di Patricia S. Lulof (Università di Amsterdam), Nancy A. Winter (American Academy of Athens), Natacha Lubtchansky (Università di Tours), Joost H. Crouwel (Università di Amsterdam), Domenico Palombi (Sapienza - Università di Roma).
«Si tratta di un evento fondamentale per la nostra città perché con questo ritrovamento ed allestimento si amplia ulteriormente la sfera territoriale dell’offerta artistica del nostro Museo proiettandolo al di là dei ristretti confini locali e nazionali», commenta il Sindaco Tommaso Conti. Prossimo appuntamento all’Università di Roma “La Sapienza” il 25 ottobre, nell'ambito di una giornata di studio dedicata all'architettura templare di età arcaica del Lazio antico e dell'Etruria.

Sara Fedeli

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