Cronaca

Cori sta crescendo

I dati raccolti da Ettore Benforte grazie alla collaborazione dell'Anagrafe

01/07/2010

I dati raccolti dal Prof. Ettore Benforte, grazie alla collaborazione dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Cori, sono quelli che descrivono una popolazione che sta cambiando molto rapidamente. Negli ultimi 25 anni sono avvenuti tre fenomeni che si sono sovrapposti e che hanno determinato l’attuale composizione della nostra popolazione: la denatalità, l’invecchiamento della popolazione e l’immigrazione. In apparenza la nostra popolazione ci sembrerebbe stabile se ci fermassimo a considerare il solo numero complessivo degli abitanti; se invece consideriamo le fasce d’età ci accorgiamo che, rispetto al 1985, la nostra popolazione è strutturalmente e qualitativamente cambiata ed oggi, rispetto al 1985, ci sono 255 minori in meno nella fascia da 0 a 10 anni e ben 486 in meno nella fascia dai 10 ai 20 anni. Allo stesso tempo gli ultra ottantenni sono passati da 129 a 503 e gli ultra novantenni, che nel 1985 erano 4, oggi sono ben 119; la popolazione invecchia e questo dato è in linea con quello nazionale; non considerando i cittadini immigrati, i coresi in questi ultimi 25 anni sono aumentati di sole 13 unità. Gli immigrati (circa 1000), che proprio dal 1984 hanno fatto la loro comparsa a Cori, sono il secondo fattore di cambiamento degli ultimi 25 anni; molti dei minori immigrati, il 53%, sono nati del nostro paese; gli immigrati rappresentano il 9% della popolazione di Cori, ma nella fascia dai 14 ai 50 anni essi sono il 15% della possibile forza lavoro disponibile e, per comprensibili motivi, la più duttile. Rispetto al 1985, anno in cui erano presenti solo 13 immigrati, la popolazione di Cori (oggi 11256 abitanti) senza gli immigrati sarebbe aumentata di sole 13 unità. La popolazione di Giulianello, negli ultimi anni è in costante aumento: è evidente il calo della popolazione di giovani ed in aumento quella degli anziani, così come l’alto numero di rumeni (65%) presenti nel nostro comune ed il gran numero di altre nazionalità (39), per un totale di 27 lingue diverse e religioni (cattolici, ortodossi, copti, luterani, musulmani sunniti e sciiti e sik). A differenza dei primi immigrati di origine nord africana ed indiana che erano in prevalenza maschi, oggi la forte presenza di rumeni (quasi il 90%) fa sì che il numero delle donne tra gli immigrati sia maggiormente riequilibrato anche per l’elevato numero di famiglie che si sono ricomposte o formate. Il tasso di nuzialità tra gli immigrati è molto alto, così come è bassa l’età del matrimonio, anche se poi, mediamente, il numero di figli nelle famiglie immigrate è solo di poco più alto di quello delle famiglie italiane. Gli immigrati, per motivi economici, prediligono i centri storici che di conseguenza non restano abbandonati e che con i loro affitti contribuiscono non poco all’economia corese. La stragrande maggioranza degli immigrati è al di sotto dei 50 anni, ciò comporterà nel tempo una diversa dinamica della popolazione immigrata rispetto a quella corese: tra i coresi la percentuale della popolazione con meno di 50 anni è del 60%, laddove gli immigrati di seconda generazione avranno, in futuro, un indice di integrazione molto più alto di quello attuale e saranno coresi a tutti gli effetti. Dei 112 immigrati, minori di 14 anni, il 53% è nato a Cori; l’indice di dipendenza della popolazione immigrata è 21, contro gli oltre 140 della popolazione corese: da sottolineare la giovane età della popolazione immigrata che, nella fascia 0 - 50, raggiunge il 13% rispetto al totale della popolazione. La percentuale della popolazione attiva tra gli immigrati è molto più alta che tra gli italiani e in generale l’incidenza sul mercato del lavoro, in relazione agli italiani, supera il 15%. In alcuni settori: edilizia, agricoltura, servizi di assistenza (colf e badanti) e ristorazione il loro apporto alla nostra economia è determinante ed insostituibile e i circa 120 alunni nelle scuole di Cori costituiscono un numero pari a 5 classi determinando circa 9-11 posti di lavoro in più per gli insegnanti italiani.

Rita Bittarelli

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