Cronaca
Bandiere al vento. A Latina sono tutte messe male
31/07/2000
Sarà per la nazionale di calcio agli europei o per l'ansia del rosso Ferrari saettante, ma si assiste sempre più allo sventolìo delle bandiere. Eh sì, proprio la bandiera, un pezzo di stoffa variamente colorato, in cui una "massa di gente" riscopre un'identità comune. Un'identità, se vogliamo metterla per un momento sul troppo serioso, per cui la gente ha dato anche la vita
quante lotte di soldati per difendere la bandiera di guerra del proprio reggimento. Insomma, tutti avvisati, con le bandiere non si scherza. E non scherzavano neanche i deputati e senatori italiani quando il 5 febbraio del 1998, votando la legge numero 22 sulle "Disposizioni generali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea", facevano sì che in ogni edificio pubblico fossero esposti i vessilli nazionali. E vai con le battute e il sarcasmo sui politici che ci regolano la vita. Vabbè, ora le bandiere ci sono e bisogna esporle
il problema - o il divertimento - nasce dalla fantasia usata per disporle. È vero che non cambia la vita a nessuno se le bandiere sono mescolate tra loro, con tutti i guai che ci sono, però per lo stesso motivo - come sostengono gli esperti di cerimoniale - non dovrebbero esserci problemi ad andare in giro con un vestito bucato o macchiato, che le facciate dei palazzi siano sporche, o peggio, entrare e uscire dai negozi senza salutare. Alla fine è anche una questione di eleganza. Riassumendo solo i casi più semplici, la regola prevede che l'esposizione delle due bandiere, su due pennoni, avvenga ponendo quella più importante (l'italiana) a sinistra e l'altra (l'europea) a destra, sempre dal lato di chi guarda. La questione inizia a complicarsi quando si hanno due bandiere e tre pennoni: quello centrale va lasciato vuoto, poi basta applicare la regola descritta prima. E con tre bandiere e tre pennoni? L'italiana al centro, l'europea a sinistra, la terza se prevista a destra. Con in mente queste regolette girando per la città, e guardando le sedi di amministrazioni pubbliche, il sorriso e lo scuoter di testa sono automatici. Sperando che i responsabili degli enti in questione siano sportivi, mai prendersi troppo sul serio, di seguito l'elenco
si può dire "dei promossi e bocciati"? PREFETTURA: male! Tre pennoni con quello di sinistra vuoto; il tricolore è al centro e l'europeo a destra. INTENDENZA DI FINANZA: multa! Due pennoni ai lati del portico, solo la bandiera italiana su quello di destra. UFFICIO DEL TERRITORIO (ministero delle Finanze): bravi! Due bandiere e due pennoni esposti a regola d'arte. CENTRO MECCANOGRAFICO (ministero del Tesoro): complimenti! Hanno risolto il caso più difficile, quello con un solo pennone, sistemando l'italiana sopra l'europea. TRIBUNALE E PROCURA: condannati! Il pennone di destra è vuoto, quello centrale con la bandiera tricolore e a sinistra l'azzurro europeo. COMUNE: non va! Due pennoni sulla facciata con la sola bandiera europea a sinistra. Quella italiana c'è ed è stata issata sulla torre comunale. Però, in Italia questa soluzione è consentita - per ovvie ragioni di prestigio - solo al "Torrino" del Quirinale. Non si salva neanche l'esposizione nell'Aula del Consiglio comunale, con tre piantane, dove la bandiera europea sta a destra anziché a sinistra. UNIVERSITÀ PONTINA: bocciati! Sul pennone di sinistra solo vecchi residui di bandiera, al centro una "europa" sfilacciata accompagnata a destra dai colori di Latina, forse è il caso di cambiarle. Molte le scuole di ogni ordine e grado (si dice così
). Tre esempi di esposizione regolare: il Liceo Classico "D. Alighieri", l'Istituto Commerciale "V. Veneto" e il Magistrale "A. Manzoni". Menzione particolare al CENTRO SOCIALE ANZIANI i quali, pur non obbligati, espongono correttamente il tricolore, le stelle europee e il nerazzurro della città. Veramente, a voler essere pesanti e cavillosi, si dovrebbe fare un discorso sulle misure e proporzioni delle bandiere, anche qui ci sono delle regole, ma questo sarebbe veramente troppo.