Storie (non) comuni

8-3-2024

Eventi & Cultura

Storie (non) comuni

I Lepini nei racconti di chi li ha amministrati. Un saggio di Paolo Mastrantoni

Diciassette paesi raccontati dalla voce di chi li ha amministrati. Un viaggio nei Lepini che tocca la politica, l’economia, la storia e il costume. “Storie (non) comuni”, edito dalle Edizioni di Mannoccio, è il primo libro di Paolo Mastrantoni, giornalista di Sezze. Verrà presentato giovedì 28 maggio alle 18 nei locali del Centro sociale “Calabresi” di Sezze nell’ambito della manifestazione “Sezze – Politici, Politica, Politiche” organizzata dall’Atelier Angelus Novus onlus e dalle stesse Edizioni di Mannoccio. Aprirà l’incontro Salvatore La Penna, interverranno la giornalista Teresa Faticoni, l’ex sindaco Di Sezze Fausto De Angelis, l’autore dello stesso libro e presiederà Titta Giorgi, presidente dell’Astral. Il giovane giornalista ha intervistato diciassette ex sindaci dei Monti Lepini, uno per ogni paese (12 dell’area pontina e 5 dell’area romana del comprensorio. Il libro restituisce un mosaico eterogeneo che rende bene l’idea di come, anche la politica locale, sia complessa e interessante. Scorrendo le pagine infatti ci si rende conto di come, quello che è sempre stato definito il comprensorio “rosso”, sia in realtà un mondo dove trovano posto anche democristiani, socialisti, repubblicani e anche missini. Oltre ai racconti delle crisi, delle vittorie e delle sconfitte, ci sono nel volume ricordi di politici del passato e aneddoti che rendono la lettura piacevole e stimolante. Il titolo, Storie (non) comuni, vuole evidenziare come le storie raccolte nella pubblicazione sono, allo stesso tempo, comuni e uniche. Comuni, perché i protagonisti di esse sono proprio i comuni, le amministrazioni locali; uniche perché, accanto ai fatti, portano con sé le interpretazioni e i giudizi degli intervistati. Tutti loro guardano ormai la politica da lontano. E’ questa una scelta non dettata dal caso. “Quando ancora si passeggia per l’agorà – spiega l’autore nell’introduzione – è difficile formulare giudizi sereni. La distanza dalla politica attiva è servita proprio a far emergere un filo conduttore depurato dalle questioni di poco conto che, passato un po’ di tempo, perdono peso. Si è potuto così scandagliare quello che c’è stato oltre il quotidiano, il rumore di fondo che ha accompagnato la politica nei diciassette paesi Lepini dal Dopoguerra ad oggi”.


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