Eventi & Cultura
Torna la Sagra della Polenta
Il Clou il prossimo 18 gennaio nel centro storico del paese
12/01/2009
Torna il tradizionale e tanto atteso appuntamento con la Sagra della Polenta di Sermoneta, in programma il 18 gennaio 2009, a cura dellAssociazione Festeggiamenti del centro storico e dellamministrazione comunale di Sermoneta. Un appuntamento impedibile, diventato il simbolo di una cultura culinaria appartenente alla più antica tradizione del territorio.
Nel 1503 Gugliemo Caetani, dopo un lungo esilio a Mantova, fece ritorno a Sermoneta appena avuta notizia della morte di Alessandro VI Borgia, il Papa che gli aveva tolto il feudo con la scomunica e fatto uccidere due fratelli. Guglielmo ritornando al suo paese portò con se il seme del granoturco venuto dallAmerica e lo seminò sui su fertili territori . La farina del granturco fu usata inizialmente per procurare pietanze ai prigionieri del castello ed in seguito dai poveri e dai pastori come cibo quotidiano. A quei tempi a Sermoneta tra i poveri vi erano molti pastori scesi dai monti dellalto Lazio e dallAbruzzo alla ricerca di pascoli più verdi per i loro bestiami. Questi in occasione della festa di SantAntonio Abate protettore degli animali domestici, che ricorre il 17 gennaio, scendevano in paese a far benedire i loro animali ed in questa occasione veniva offerto loro e a tutta la popolazione un piatto di polenta condita con carne di maiale e cucinata sulla pubblica piazza. Tale usanza è rimasta negli anni e dal 1977 viene curata dallassociazione Festeggiamenti del Centro Storico che ogni anno organizza in Sermoneta, in occasione della festa di SantAntonio Abate, la Sagra della Polenta. La polenta che viene gustata il giorno della sagra viene cotta ad arte in un paiolo di rame su fuoco a legna, lentamente e continuamente girata fin dalle prime ore del mattina da esperti polentari. Il condimento della polenta viene fatto con salsicce, pomodoro, olio di oliva locale ed altri ingredienti che solo i cuochi polentari sermonetani conoscono a menadito, unarte di cucinare che i più anziani polentari tramandano ai più giovani, che ogni anno, si dedicano con passione e volontariamente alla cottura di questo piatto oggi tanto ricercato.
Nel 1503 Gugliemo Caetani, dopo un lungo esilio a Mantova, fece ritorno a Sermoneta appena avuta notizia della morte di Alessandro VI Borgia, il Papa che gli aveva tolto il feudo con la scomunica e fatto uccidere due fratelli. Guglielmo ritornando al suo paese portò con se il seme del granoturco venuto dallAmerica e lo seminò sui su fertili territori . La farina del granturco fu usata inizialmente per procurare pietanze ai prigionieri del castello ed in seguito dai poveri e dai pastori come cibo quotidiano. A quei tempi a Sermoneta tra i poveri vi erano molti pastori scesi dai monti dellalto Lazio e dallAbruzzo alla ricerca di pascoli più verdi per i loro bestiami. Questi in occasione della festa di SantAntonio Abate protettore degli animali domestici, che ricorre il 17 gennaio, scendevano in paese a far benedire i loro animali ed in questa occasione veniva offerto loro e a tutta la popolazione un piatto di polenta condita con carne di maiale e cucinata sulla pubblica piazza. Tale usanza è rimasta negli anni e dal 1977 viene curata dallassociazione Festeggiamenti del Centro Storico che ogni anno organizza in Sermoneta, in occasione della festa di SantAntonio Abate, la Sagra della Polenta. La polenta che viene gustata il giorno della sagra viene cotta ad arte in un paiolo di rame su fuoco a legna, lentamente e continuamente girata fin dalle prime ore del mattina da esperti polentari. Il condimento della polenta viene fatto con salsicce, pomodoro, olio di oliva locale ed altri ingredienti che solo i cuochi polentari sermonetani conoscono a menadito, unarte di cucinare che i più anziani polentari tramandano ai più giovani, che ogni anno, si dedicano con passione e volontariamente alla cottura di questo piatto oggi tanto ricercato.