Cronaca

Cinghiali nel Parco Nazionale, uno studio

Resi noti i risultati di uno studio internazionale...

17/09/2008

L’Ente Parco Nazionale del Circeo rende noti i risultati preliminari di una ricerca appena terminata ed effettuata l’estate scorsa da parte del Dipartimento di Geografia della Memorial University of Newfoundland (Terranova, Canada) nel territorio del Parco di Sabaudia e San Felice Circeo. Lo studio è stato curato dal Prof. Alistair Bath, una delle autorità mondiali in materia, e dalla dott.ssa Beatrice Frank, che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso quella università, in collaborazione con l’Ente Parco e con il supporto dell’Agenzia Regionale per i Parchi. La ricerca riguarda l’attitudine delle persone nei confronti del cinghiale, specie faunistica maggiormente rappresentativa del Parco, tanto che in passato ne era il simbolo grafico. Il campione ha interessato 1475 persone, delle quali 801 hanno accettato di essere intervistate (il 54,3%). Degli intervistati 53,3% sono donne, 46,7 % uomini; l’età media è di 49 anni e il 75,4% del campione è residente nell’area di studio. La prima sezione della ricerca riguardava gli atteggiamenti delle persone intervistate nei confronti del cinghiale. Più del 51% degli intervistati ha risposto che il cinghiale “piace”: nei commenti liberi ciò è stato spiegato con un apprezzamento derivante da motivi estetici, etici, ambientalisti, ma anche prettamente gastronomici o altro. L’82% degli intervistati ritiene importante sapere che i cinghiali sono presenti nel parco, anche se non li possono vedere. Spesso gli intervistati hanno commentato che il cinghiale nel Parco Nazionale del Circeo c’è sempre stato, per tale ragione ha diritto di rimanerci, anche se andrebbe gestito meglio. La seconda sezione vengono trattate domande inerenti la conoscenza degli intervistati rispetto alla specie nell’area protetta. La stima quantitativa dei cinghiali presenti secondo i partecipanti porta alle risposte più disparate: da 0 a 20.000 individui presenti. E’ da rilevare che non esiste comunque al momento un censimento attendibile dei cinghiali del Parco: lo studio effettuato nel 2005 dall’Università di Perugia per conto dell’Ente non azzarda numeri, pur utilizzando diversi metodi qualitativi. Secondo l’Ente Parco una stima credibile è comunque nell’ordine di alcune centinaia. Riguardo alla tendenza della popolazione gli intervistati rispondono in modo differenziato: per il 23,1% “non so”, per il 24,7% “stabile”, per il 25,5% “in diminuzione” e per il 26,7% “in aumento”. Ciò significa la mancanza di informazioni certe, come anche confermato dai commenti degli interessati. Anche in questo caso non esistono dati scientifici certi, e quindi l’incertezza della gente corrisponde ad una mancanza reale di conoscenze sulla specie. In realtà questa difficoltà è dovuta alle stesse abitudini biologiche del cinghiale, che non rende possibili censimenti diretti ma solo stime approssimative basate su indici di presenza, che se confrontate nel tempo permettono di avere un’idea sulle tendenze di popolazione. Parlando invece di ipotesi di gestione della specie (come ricordato in precedenza una delle richieste degli intervistati), riguardo agli abbattimenti selettivi all’interno del parco più del 45,3% del campione ha affermato di non essere d’accordo, circa il 15% “fortemente in disaccordo” e solo circa il 26% “d’accordo” (i restanti neutrali). I ricercatori canadesi sottolineano quindi che “senza una adeguata partecipazione ed informazione della popolazione riguardo ai motivi e alle necessità di gestire il cinghiale in una determinata maniera nell’area, non sarà possibile ottenere il supporto dell’opinione pubblica e delle comunità locali”. E’ da sottolineare che l’81,7% degli intervistati ha visto almeno una volta in vita sua un cinghiale, mentre solo il 12,3% del campione ha subito danni da cinghiale (per incidenti automobilistici più o meno gravi, danni alle colture, ecc...). Confrontandosi anche con l’esperienza di altre aree protette si può comunque dire che non esistono problemi significativi causati dal cinghiale nel parco, se non molto localizzati: l’Ente sta adottando quindi una strategia di prevenzione che andrà ad individuare tali specifiche situazioni aiutando gli interessati a risolverle al meglio. È interessante esaminare la sezione che riguarda le domande sulla credibilità dell’Ente Parco rispetto alla gestione del problema: alla domanda “Delle seguenti organizzazioni o enti che le potrebbero fornire informazioni sul cinghiale, quale le dà maggiore affidamento?” il 36% degli intervistati ha affermato di credere totalmente all’affidabilità dell’Ente Parco, il 24% “maggiormente”, il 22% “a metà”, l’8% “un poco” e solo l’11% di non credere per niente all’Ente Parco. Sottolinea la dott.ssa Frank: “spesso i partecipanti sono rimasti stupiti del fatto che trattassi separatamente l’Ente Parco e la Forestale, evidenziando così la mancata conoscenza da parte del pubblico del diverso ruolo svolto dai due enti nella gestione del Parco Nazionale del Circeo”. Interessanti sono anche i dati relativi alla Regione Lazio. Il 29,8% degli intervistati crede poco alle informazioni fornite dalla Regione, in quanto tale organo non viene ritenuto come preposto alla funzione di informare il pubblico rispetto alle aree protette. Solo il 13,9% crede “totalmente” e il 14,5% “maggiormente” alla Regione come ente che potrebbe fornire informazioni sul cinghiale”. Infine di particolare rilievo risultano i dati sull’importanza di essere informati sul cinghiale nell’area protetta. Il 54,4% degli intervistati ha risposto di ritenere “importante” ricevere informazioni sul cinghiale, il 7% “estremamente importante” e solo il 17 % “poco importante”. Molti intervistati hanno lamentato la mancanza di informazioni e coinvolgimento da parte del parco. Commenta il Direttore dell’Ente Parco, Giuliano Tallone: “Troviamo molto interessanti i risultati dello studio, anche per l’elevata qualificazione scientifica del gruppo di ricerca. Oltre che essere una base per le attività che stiamo organizzando di gestione del cinghiale, in modo da incorporare la sensibilizzazione del pubblico sul tema nel modo più corretto, questo lavoro permetterà al Parco Nazionale del Circeo di essere un caso studio internazionale pur affrontando problemi locali”. Riguardo ai risultati in sé il Parco aggiunge: “Nonostante ci sia molto da fare sul tema, registriamo con piacere che l’Ente Parco viene percepito dai residenti come un soggetto affidabile, e che tutto sommato la specie nell’immaginario della gente non è una minaccia così grave come qualche volta viene fatto credere”. Nei prossimi mesi (aprile 2009) verranno presentate le elaborazioni definitive dello studio, che riguarderà anche l’area di confronto della Riserva Naturale Tevere Farfa: i risultati finali saranno pubblicati su primarie riviste scientifiche internazionali del settore.

Rita Bittarelli

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