Eventi & Cultura

Le emozioni di Michele Graziosetto

Presentazione letteraria con Maurizio Faticoni, Rossana Esposito, Tommaso Pisanti

30/08/2008

Nell’atmosfera del Papardò ridente angolo di paradiso marino che ci regala la nostra Riviera di Ulisse, si è svolta la duplice presentazione letteraria del dirigente scolastico, scrittore e poeta Michele Graziosetto. L’ingresso al Papardò è allietato dalla dicitura “Mare d’amare”, quasi a testimoniare che le emozioni, qui da noi gentes di mare, si scandiscono al cullato mormorio della risacca, una tempistica che rilassa e dilata il sentire e vivere con cronologie più compassate. Così come lo scendere e accomodarsi nel parterre del Papardò, che per la circostanza ha fatto per a prima volta da scenario ad un simile evento, è tutta un girare e scendere dalle alture della strada statale Flacca, fin giù tra le braccia di quella garrula insenatura della costa tirrenica. Il sole stava per lasciare il gioco all’incipiente luna, e intanto il panorama era ‘ranciato le ombre allungate e tiepide, un preambolo non discutibile alle note poetiche che di lì a poco avrebbero aperto le danze. Nel frattempo Graziosetto ha firmato ed elargito dediche ai quanti hanno voluto rendere più importante la copia delle due raccolte poetiche. Molti ospiti presenti accomodati su sedie disposte a spicchi, quasi come le vecchie aule universitarie dove il legno antico scricchiola di vita vissuta. Preambolo di Michele Graziosetto che ha ringraziato tutti i presenti, mancava Cusani per motivi improrogabili, al tavolo a presenziare l’Avv. Maurizio Faticoni, la Professoressa Rossana Esposito, dell’Università Federico II di Napoli, e il Prof. Tommaso Pisanti, dell’Università degli Studi di Salerno. Dopo una piccola lettura commissionata a Federico Galterio, che ha letto le schede dei presenzia tori, la parola è passata all’avvocato Maurizio Faticoni, che ha elogiato l’infaticabile lavoro di Graziosetto, esprimendo gaudio nel citare alcuni versi tratti dai due volumi: “Altre poesie” e “I giorni del labirinto” rieditati da Edizioni Emmegi di Castelforte. C’è da dire che in realtà il nostro Michele Graziosetto è forse più avvezzo alla veste di storico e saggista, dal momento che la sua produzione (se si può usare tale terminologia) o meglio la sua “figliolanza poetica” è scarna se paragonata alla veste produttiva più nota di storico-saggista. Ma d’altro canto, non potrebbe essere diversamente dal momento che alcune sue poesie sono piccoli cammei che hanno resistito all’empasse storico. C’è da ricordare che queste due raccolte sono riedizioni, le poesie scelte e centellinate come nettare che deve solleticare e stordire benevolmente il palato emozionale, hanno datazioni a partire dal 1967 fino ai nostri giorni più recenti. Il volumetto “Altre poesie” reca la dedica “a Lorella e James” e nell’ultima di impaginazione la dicitura “stampato il 23 luglio 2008”. Non sono dediche né date a caso. Il libretto è stato dedicato alla figlia Lorella che il giorno 23 luglio si è sposata. Dunque un’eredità a futura memoria e quasi un plauso d’animo di un padre ad una figlia. “I giorni nel labirinto” è dedicato invece alla moglie Marisa, cui sono rivolti molti versi d’amore. Ne cito una fra tante … “Perché ti amo” : Ecco perché ti amo,/ perché nei tuoi occhi marini/ ho visto volare il gabbiano delle Isole Pontine/ perché fra i tuoi capelli di bosco/ ho sentito vibrare la brezza dell’alba lunare./Perché dalle tue labbra bianco dorate/ ho risentito i canti d’amore/ delle donne della mia terra. La stessa poesia è stata tradotta in inglese (nel libro a pag.49) da Francis Fleetwood e Lorella Graziosetto con il titolo “That’s why I love you”. Sono state lette varie liriche prese ora da “Altre poesie” ora da “I giorni nel labirinto” ne cito alcuni versi …”Noi del ‘66” (a Vittorio Russo): “Noi del ‘66/ l’abbiamo sentito davvero/il vento di sommossa./Veniva inarrestabile/dai bassi di Forcella/ dalle donne larghe e sfatte/ di Santa Lucia a mare/dagli scugnizzi senza penna/ a piazza Mercato …” La sottoscritta, che anche nel suo piccolo, si cimenta in poesie, racconti, e tutto quello che respira di arte, è nata anni dopo, e solo storicamente e per sentito dire può capire cosa siano stati davvero quegli anni, ma filantropicamente carpisce il sapore e gli odori che possono essere incastonati solo nei bassi di Forcella, solo negli occhi e nei fonemi degli scugnizzi, che per quanto si possa girare il mondo non saranno mai uguali. Napoli conserva come un DNA non sradicabile e non modificabile, sguardi vita e suoni che le sono propri, che se calati in altre realtà apparirebbero come una perfetta cornice cui manca l’unica tela mai dipinta. E in questo è certosino descrittore Graziosetto, che non cerca paroloni complicati e impronunciabili, scioglilingua che si perdono “nei venti di sommossa”, ma in questo caso con 29 versi distende un quadro storico di vita vissuta. È seguita una disamina accademica e precisa della professoressa Rossana Esposito, che ha sezionato, slargato, scovato, evidenziato minuziosamente tutto l’excursus poetico dell’autore. Forse in certi momenti un po’ troppo alla ricerca del cavillo tecnici stico letterario, parlando della scelta sillabica, dee settenari, dei cinque topoi e quanto altro che ha creato un po’ di distanziamento ai non “addetti ai lavori”. Ma tanto di cappello al suo lavoro capzioso e alla sua verve linguistica di indiscutibile pregio. Chi ne ha fatto un po’ le spese tempisticamente parlando è stato il professore Tommaso Pisanti, che partito infervorato nella sua critica si è visto glissare dallo stesso Graziosetto, che con molta serenità ha chiosato con una sua poesia e con l’augurio che “non si scriva tanta poesia, ma che si scriva buona poesia”. Non sono mancate poesie dedicate alla Dea Marica, e ciò che gli è rimasto nel cuore nei suoi soggiorno di lavoro a Lille, o in Candia. Riporto alcuni versi da “Per le donne di Lille”: Mi sono portato nel sole di giugno/rialzando della mia vita l’inutile sipario/sulle vie dintorno/ … Ma anche versi più introspettivi e solitari quasi raminghi del sentire. “Nei giorni estivi”: La solitudine di Lille è nelle finestre/dal volto di donne senza tempo/quando piove/ nei giorni estivi./ Se ne stanno immobili/ nell’antica bellezza/spenta tra le volute/ di una macerata Gaulois./gli occhi con lenti giallognole/sperduti o in bilico/ nella terrazza di un vicino. Datata 18 settembre 2005 quasi che il periodo cronologico fosse una ricerca giustificativa … settembre è il mese per eccellenza che volge al ritorno alle sudate carte, alla routine, dopo che il sole ci ha rosolato l’anima e intorpidito il sentire. Ma per Graziosetto non è così, appare evidente che le emozioni le centellina e le lascia decantare come un buon vino d’annata. Seguono altre poesie che incastonano angoli suggestivi della nostra terra. “Exemplum”: Nel tuo dilagante azzurro nel mio cuore/ho risentito la voce dell’occhiglauca Marica./ All’ombra del Tempio di Saturno/ (ove dell’antica Minturnae i numi riposano)/dimentica dell’afa ossessiva/ …/ tra le fronde del Liri silente/… E ancora da “Taccuino di Viaggio”:E’ ora di riposare/ - dice Thania-/ nell’antro antico/ di Torre Scissura,/dove l’onda bluastra/(gonfia e sfuggente)/smeriglia tra le alghe coralline/ … Una scena che si frappone fra la terra e il mare, che sono radicati profondamente nel sentire del poeta, come della gente che di generazione in generazione è figlia di questi luoghi, ed è alla saggezza di questo binomio indissolubile che auguro a Michele Graziosetto di vergare altri “smerigliati” versi.

Irene Sparagna

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