Eventi & Cultura

Arale e lagrime

«Un’opera che mi ha commosso. Ma tu non arènderte, Abelardo»

08/08/2008

«Lo Sposalizio di Arale», ultima fatica di Mauro Cascio, è un libro, una “bagattella” così la chiama l’autore, ma quasi inscindibile dai reading. Una rappresentazione fantastica a cui hanno assistito in queste settimane, sulle orme del teatro improvviso, decine di persone. Una rappresentazione messa in scena solo da tre persone: un chitarrista Sergio Trojse, Mauro Cascio in veste di Abelardo e la dolce protagonista femminile Ilaria Colazingari ovvero Arale. Un libro da leggere in poco meno di venti minuti, scritto in un dialetto misto che alla fine oltre a farti sorridere ti lascia quell’amaro in bocca. Le storie d’amore dovrebbero sempre finire a lieto fine ed è proprio questo standard che l’autore Mauro Cascio ha sovvertito. La storia d’amore nata in un imprecisato paese dell’Agro Pontino, forse il capoluogo, per come si prospetta lascerebbe pensare ad un lieto fine. Abelardo un servitore s’innamora proprio di Arale figlia del padrone che sembra ricambiare il suo amore. Tutte le favole presentano la difficoltà e così all’improvviso spunta un promesso sposo di Arale, un certo signorotto ricco e persona dabbene ma non tanto bello. E qui già entriamo in un tema caldo quello che purtroppo ancora oggi i ragazzi vivono sulla propria pelle. Il matrimonio combinato o meglio quello che tutti i genitori sognano: il marito, buon partito, per la figlia. Nella maggior parte dei casi sono invece proprio le ragazze alla ricerca del principe azzurro dalle numerose carte di credito e dalle numerose proprietà infischiandosene del sentimento nobile dell’amore. Abelardo non si dà per vinto ed allora a questo punto dovrebbe per fare l’impresa evitare anche la beffa di avvisare Arale della scelta del padre. Tanto lui è il servitore del padre perciò non potrebbe dire di no. Forte e tenace come è la natura dell’uomo si reca presso la dimora di Arale per l’ultimo disperato tentativo. La dolce musa, il suo amore in verità lo ferisce e lo trafigge con le sue parole. Arale è consapevole di un matrimonio combinato ed accetta la decisione del padre e per di più con la mente s’immagina già una vita agiata che potrebbe dargli l’uomo ricco e dabbene. Non solo confessa ad Abelardo che lei aveva atteggiamenti amorosi con lui solo per giocare. La frase “E ti pensi davvero che s’io mi vò maritare, voglia prendere un servitore come sei tu? E se qualche volta ti ho burlato e mi ho voluto pigliar piacere del fatto tuo con dirti ch’io ti volevo bene e che ti amavo e simil altre cose, ti credevi che dicessi davvero?” una vera e proprio mazzata per Abelardo e per molti ragazzi che si trovano spesso di fronte a questa situazione. L’amore non conosce impedimenti ed Abelardo tenta l’ultima carta: si trafiggerà il cuore e morirà per quell’amore se lei sposerà il ricco pretendente. Lei è decisa ed impassibile “Va pure a darti la morte che io mi curo poco dei fatti tuoi”. Il segno dell’insensibilità che dimostrano tante persone nei confronti di chi invece ama ed è pronto a tutto per poter vivere intensamente un sentimento così nobile. Nel calcio dopo i tempi suplementari c’è il calcio di rigore, Abelardo fa l’estremo tentativo per il gran finale “M’avete chiamato?” Lei risponde “Assolutamente no. Ti ho detto che non ti tengo. Va pure”. Il calcio di rigore quindi non permette il finale a lieto fine ma la risposta di Abelardo dimostra che l’amore è più forte del simil disprezzo e si rincuora in cuor suo di aver amato veramente Arale affermando dal profondo del suo cuore “Questo mio amore è più grande del vostro disprèso. Tutto il resto l’ho già scordato.” La favola d’amore termina in modo tragico, Abelardo è stato burlato, Arale ha giocato con il suo più nobile sentimento. Un tema purtroppo attuale anche se oggi i matrimoni raramente sono combinati ma spesso si osservano nella società amori davvero “sospetti”. Le ragazze pur di arrivare al ragazzo benestante usano chi gli sta intorno, fanno terra bruciata di gentil sesso intorno alla preda ambita e a volte ammaliano per poi burlarsi dei migliori amici pur di avere l’occasione per poter sedurre la loro meta. Tutto inizia con un invito sospetto a cui seguono altri, poi quando la ragazza comprende che quel tuo amico a cui è interessata non viene mai allora ti ritrovi a sentir pronunciare la fatidica frase “perché non lo dici anche a …” ed allora lì comprendi che l’interesse non è verso te ma è un interesse ben preciso e ben mirato verso un’ altra persona, cioè il tuo amico. Ti senti burlato, soggiogato, ma questo è il meno peggio che ti può capitare. Le ragazze si burlano e giocano con i sentimenti ma sanno anche porre fino alla carriera di ragazzi con fama da play-boy riuscendo a soggiogarli e ad incastrali bene. Abelardo coraggio non ti abbattere, non chiuderti in te stesso, in fondo esci a testa alta, continua ancora ad avere speranza, il prossimo sentimento di amore che proverai sarà verso la persona giusta e ricordati che alla fine chi è preso in giro dagli altri prima o poi troverà tante soddisfazioni e soprattutto l’amore eterno.

Vittorio Bertolaccini

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