Cronaca
Cori. Poggiali come Saint-Exupéry. Tommaso Bianchi: «Io lo promisi alla famiglia: "Se un giorno dovessi diventare sindaco vi darò una mano..."»
11/03/2004
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Tommaso Bianchi, Sindaco di Cori.
«La dedizione del tutto
particolare con cui la famiglia del capitano si è dedicata alla memoria del caro compianto,
ha prodotto risultati tangibili».
Il primo premio "Maurizio Poggiali" è andato a un giovane regista modenese di nome Giovanni
Galletta e al suo cortometraggio di venticinque minuti intitolato "La vita continua".
Un film che affronta il delicato tema della morte di un parente o di un amico. Giovanni
si è posto dietro la telecamera con un interrogativo: "Come mi comporterei io, se venisse
a mancare improvvisamente una persona a me cara?". La risposta è in questo corto,
delicato e forte nel medesimo tempo, attraversato da un vago senso di leopardiana
paura per il futuro, paura che sfuggano le cose e le persone preziose. Sempre il
tema della morte è affrontato nel corto di Diana Santi, regista toscana che si è
meritata una menzione speciale con il suo "Chiedilo al vento", una pellicola di soli
dieci minuti, ma densissima. Il sindaco Tommaso Bianchi e, idealmente, tutta la
popolazione di Cori sono vicini alla famiglia Poggiali e orgogliosi di poter ospitare
iniziative come il "Premio Poggiali". «Quando è avvenuto il disastro aereo -
racconta Bianchi - io non ero ancora sindaco, ma ho subito promesso alla famiglia
che se lo fossi diventato, avrei contribuito alla realizzazione delle iniziative
in nome del capitano. La giustizia è stata lenta, ma ora che l'iter processuale
è iniziato, sono convinto che si arriverà alla verità, perché l'omissione di
soccorso è già evidentissima». Maurizio Poggiali e la carcassa dell'aereo sono stati
ritrovati solo 24 ore dopo lo schianto da due gruppi di volontari (tra cui lo stesso
Fabio, fratello della vittima) senza nessun aiuto da parte delle autorità competenti.
Oggi anche il sentiero dove è rinvenuto il corpo del giovane capitano, ha preso il suo nome.
«Cori è stata e sarà vicina alla famiglia di questo pilota».
«La dedizione del tutto
particolare con cui la famiglia del capitano si è dedicata alla memoria del caro compianto,
ha prodotto risultati tangibili».
Il primo premio "Maurizio Poggiali" è andato a un giovane regista modenese di nome Giovanni
Galletta e al suo cortometraggio di venticinque minuti intitolato "La vita continua".
Un film che affronta il delicato tema della morte di un parente o di un amico. Giovanni
si è posto dietro la telecamera con un interrogativo: "Come mi comporterei io, se venisse
a mancare improvvisamente una persona a me cara?". La risposta è in questo corto,
delicato e forte nel medesimo tempo, attraversato da un vago senso di leopardiana
paura per il futuro, paura che sfuggano le cose e le persone preziose. Sempre il
tema della morte è affrontato nel corto di Diana Santi, regista toscana che si è
meritata una menzione speciale con il suo "Chiedilo al vento", una pellicola di soli
dieci minuti, ma densissima. Il sindaco Tommaso Bianchi e, idealmente, tutta la
popolazione di Cori sono vicini alla famiglia Poggiali e orgogliosi di poter ospitare
iniziative come il "Premio Poggiali". «Quando è avvenuto il disastro aereo -
racconta Bianchi - io non ero ancora sindaco, ma ho subito promesso alla famiglia
che se lo fossi diventato, avrei contribuito alla realizzazione delle iniziative
in nome del capitano. La giustizia è stata lenta, ma ora che l'iter processuale
è iniziato, sono convinto che si arriverà alla verità, perché l'omissione di
soccorso è già evidentissima». Maurizio Poggiali e la carcassa dell'aereo sono stati
ritrovati solo 24 ore dopo lo schianto da due gruppi di volontari (tra cui lo stesso
Fabio, fratello della vittima) senza nessun aiuto da parte delle autorità competenti.
Oggi anche il sentiero dove è rinvenuto il corpo del giovane capitano, ha preso il suo nome.
«Cori è stata e sarà vicina alla famiglia di questo pilota».