Eventi & Cultura
Nettuno. Festival Nazionale del Videocorto. Pino Quartullo: «Amo la commedia perché mi permette di raccontare la vita, con i suoi drammi»
23/08/2002
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Pino Quartullo, "padrino" del Festival Nazionale del Videocorto.
Attore e regista teatrale, esordisce, insieme a Stefano Reali, con il cortometraggio «Exit», 1985, apologo fantascientifico nominato per l'Oscar. Il suo prímo lungometraggio, «Quando eravamo repressi», 1992, da un suo testo teatrale, è una satira erotica. In «Le donne non vogliono più», 1993, di cui è interprete, come nei precedenti, commedia e gag si alternano. Autoironico, divertito, curioso, ama prendersi in giro. Predilige la commedia, perché gli permette di raccontare la vita: con le sue bellezze e i grandi drammi. Attratto, soprattutto, dal nuovo ruolo della donna nella società moderna. Divertito, per nulla imbarazzato e quasi sarcastico, dalla perplessità dell'uomo di fronte a tali cambiamenti. In «Storie d'amore con i crampi», 1995, racconta di un improbabile rapporto fra estranei, che viaggiano per l'Africa come se si conoscessero da anni. Mentre in realtà la menzogna ed il bluff regnano sovrani. In «Le faremo tanto male», 1998, con l'esperienza maturata per anni in teatro, Quartullo costruisce un dialogo di infinite battute, tipicamente romane e capaci di spingersi fino ad un limite lecito...
Attore e regista teatrale, esordisce, insieme a Stefano Reali, con il cortometraggio «Exit», 1985, apologo fantascientifico nominato per l'Oscar. Il suo prímo lungometraggio, «Quando eravamo repressi», 1992, da un suo testo teatrale, è una satira erotica. In «Le donne non vogliono più», 1993, di cui è interprete, come nei precedenti, commedia e gag si alternano. Autoironico, divertito, curioso, ama prendersi in giro. Predilige la commedia, perché gli permette di raccontare la vita: con le sue bellezze e i grandi drammi. Attratto, soprattutto, dal nuovo ruolo della donna nella società moderna. Divertito, per nulla imbarazzato e quasi sarcastico, dalla perplessità dell'uomo di fronte a tali cambiamenti. In «Storie d'amore con i crampi», 1995, racconta di un improbabile rapporto fra estranei, che viaggiano per l'Africa come se si conoscessero da anni. Mentre in realtà la menzogna ed il bluff regnano sovrani. In «Le faremo tanto male», 1998, con l'esperienza maturata per anni in teatro, Quartullo costruisce un dialogo di infinite battute, tipicamente romane e capaci di spingersi fino ad un limite lecito...