Cronaca
Cori. Malasanità: torna a protestare il comitato civico. Antonella Milanini: «Qualcuno ci spieghi quali sono questi servizi in più che abbiamo»
24/06/2002
Il Comitato civico per la difesa dellOspedale di Cori e il Tribunale per i diritti del malato
segnalano i gravi disagi che quotidianamente affrontano i pazienti che si rivolgono al
locale Pronto Soccorso avendo bisogno di un ricovero. Almeno una decina di malati ogni
settimana viene smistata in svariati ospedali, spesso molto distanti da Cori, difficilmente
raggiungibili e non collegati da agevoli mezzi di trasporto pubblico. E, con lestate,
la situazione di carenza di posti letto sta diventando allarmante: il personale infermieristico
è infatti insufficiente in tutta la Asl di Latina e sarà impossibile approntare piani
ferie senza unulteriore riduzione di posti letto.
«Con un tempismo irresponsabile e per motivi del tutto politici», dice Antonella
Milanini, «la Asl ha voluto utilizzare
la struttura ospedaliera di Cori come Ospedale di Comunità, meglio dire "domicilio
protetto di Comunità"; qui non è possibile effettuare ricoveri per malati acuti e urgenti,
si allettano pazienti che con buon senso e minori costi per la collettività potevano essere
assistiti a domicilio o in un poliambulatorio ben organizzato. È vergognoso sapere dal dottor
Di Chio che nella Asl di Latina per lassistenza domiciliare si spenderanno solo 700 milioni
di vecchie lire, mentre verranno sperperati quasi 2 miliardi per un solo Ospedale di Comunità.
Chi ritiene lesperimento dellOspedale di Comunità riuscito è bene che prenda visione
del Protocollo di intesa firmato dai medici di famiglia, dove allArt.5 SPERIMENTAZIONE,
si dice: "È prevista una fase sperimentale, della durata di otto mesi, al termine della quale
sarà effettuata una verifica dellattività svolta e dei risultati raggiunti al fine di
valutare la possibilità di rendere esecutivo il programma dellospedale di comunità ed
apportare eventuali modifiche".
Consapevoli che ogni esperimento si giudica alla fine, non certo allinizio, ci auguriamo
che tutti i malati possano ricevere il miglior servizio sanitario possibile e che limpegno
di tutti, operatori sanitari, dirigenti Asl, sia veramente finalizzato a ciò: a questo fine
sarebbe opportuno un serio investimento sullequipe infermieristica sulla quale gravitano
buona parte delle responsabilità dellHC.
Oggi però, le tante prestazioni specialistiche (ad eccezione dellOtorino) che dovevano
supportare lHC e incrementare lattività ambulatoriale, ancora mancano, eppure sono molto
numerose le richieste; ma nel Poliambulatorio di Cori non ci sono Geriatri, Internisti,
Oculisti, Fisiatri, Psichiatri, Ematologi, Oncologi, Endocrinologi e Diabetologi.
E la Campagna di Prevenzione dei tumori femminili, tanto decantata dallAssessore Rigetti
dallinizio di questo anno, e che non ha nulla a che vedere con lOspedale di Comunità,
partirà a luglio quando molte donne saranno in ferie.
È vero che lAvis è stata ricollocata nella struttura, ma al quarto piano e senza la
possibilità di usare lascensore che è accessibile solo con chiave, così i donatori di
sangue a digiuno sono costretti a farsi 8 rampe di scale e sperare di non avere
alcun svenimento.
Insomma, qualcuno ci spieghi onestamente e senza demagogia quali sono i servizi sanitari
che ha in più la popolazione corese, da quando si è scelto lHC, e ci descriva questi
servizi uno alla volta. Oggi tanti cittadini di Cori possono descrivervi solo le
tante peripezie che sono costretti ad affrontare per risolvere un serio problema di salute».
segnalano i gravi disagi che quotidianamente affrontano i pazienti che si rivolgono al
locale Pronto Soccorso avendo bisogno di un ricovero. Almeno una decina di malati ogni
settimana viene smistata in svariati ospedali, spesso molto distanti da Cori, difficilmente
raggiungibili e non collegati da agevoli mezzi di trasporto pubblico. E, con lestate,
la situazione di carenza di posti letto sta diventando allarmante: il personale infermieristico
è infatti insufficiente in tutta la Asl di Latina e sarà impossibile approntare piani
ferie senza unulteriore riduzione di posti letto.
«Con un tempismo irresponsabile e per motivi del tutto politici», dice Antonella
Milanini, «la Asl ha voluto utilizzare
la struttura ospedaliera di Cori come Ospedale di Comunità, meglio dire "domicilio
protetto di Comunità"; qui non è possibile effettuare ricoveri per malati acuti e urgenti,
si allettano pazienti che con buon senso e minori costi per la collettività potevano essere
assistiti a domicilio o in un poliambulatorio ben organizzato. È vergognoso sapere dal dottor
Di Chio che nella Asl di Latina per lassistenza domiciliare si spenderanno solo 700 milioni
di vecchie lire, mentre verranno sperperati quasi 2 miliardi per un solo Ospedale di Comunità.
Chi ritiene lesperimento dellOspedale di Comunità riuscito è bene che prenda visione
del Protocollo di intesa firmato dai medici di famiglia, dove allArt.5 SPERIMENTAZIONE,
si dice: "È prevista una fase sperimentale, della durata di otto mesi, al termine della quale
sarà effettuata una verifica dellattività svolta e dei risultati raggiunti al fine di
valutare la possibilità di rendere esecutivo il programma dellospedale di comunità ed
apportare eventuali modifiche".
Consapevoli che ogni esperimento si giudica alla fine, non certo allinizio, ci auguriamo
che tutti i malati possano ricevere il miglior servizio sanitario possibile e che limpegno
di tutti, operatori sanitari, dirigenti Asl, sia veramente finalizzato a ciò: a questo fine
sarebbe opportuno un serio investimento sullequipe infermieristica sulla quale gravitano
buona parte delle responsabilità dellHC.
Oggi però, le tante prestazioni specialistiche (ad eccezione dellOtorino) che dovevano
supportare lHC e incrementare lattività ambulatoriale, ancora mancano, eppure sono molto
numerose le richieste; ma nel Poliambulatorio di Cori non ci sono Geriatri, Internisti,
Oculisti, Fisiatri, Psichiatri, Ematologi, Oncologi, Endocrinologi e Diabetologi.
E la Campagna di Prevenzione dei tumori femminili, tanto decantata dallAssessore Rigetti
dallinizio di questo anno, e che non ha nulla a che vedere con lOspedale di Comunità,
partirà a luglio quando molte donne saranno in ferie.
È vero che lAvis è stata ricollocata nella struttura, ma al quarto piano e senza la
possibilità di usare lascensore che è accessibile solo con chiave, così i donatori di
sangue a digiuno sono costretti a farsi 8 rampe di scale e sperare di non avere
alcun svenimento.
Insomma, qualcuno ci spieghi onestamente e senza demagogia quali sono i servizi sanitari
che ha in più la popolazione corese, da quando si è scelto lHC, e ci descriva questi
servizi uno alla volta. Oggi tanti cittadini di Cori possono descrivervi solo le
tante peripezie che sono costretti ad affrontare per risolvere un serio problema di salute».